Ecobonus

Detrazione fiscale ecobonus 110: come funziona la cessione

Il Decreto Rilancio ha introdotto, oltre all'eccezionale detrazione fiscale del 110%, la possibilità di cedere il credito fiscale per ottenere uno sconto in fattura dal fornitore oppure ricevere un rimborso di quanto speso da banche e altri istituti finanziari. Scopriamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Quando un soggetto beneficia del Superbonus 110, ha sostanzialmente tre possibilità:

  • Detrazione diretta 
  • Cessione del credito di imposta a fronte dello sconto in fattura (se offerto dal fornitore)
  • Cessione del credito di imposta

La scelta tra una o l'altra opzione dipende da diversi fattori (capienza tributaria, disponibilità del fornitore a concedere lo sconto in fattura, condizioni degli istituti di credito, preferenze personali). In tutti e tre i casi, si tratta di un'opportunità irripetibile per rendere la propria casa più efficiente e autosufficiente dal punto di vista energetico. In questo articolo analizzeremo le tre diverse soluzioni in modo che tu possa valutare quale sia la più adatta al tuo caso specifico. Anche in questo articolo abbiamo parlato della differenza tra sconto in fattura e cessione del credito.

Interventi rientranti nella detrazione fiscale 110

Ormai si sa, gli interventi che possono usufruire della detrazione fiscale 110% in 5 anni sono i cosiddetti interventi trainanti, che sono opere specifiche di riqualificazione energetica degli edifici o di riduzione del rischio sismico. Se svolti congiuntamente ad almeno un intervento trainante, anche altri interventi possono essere detratti al 110%, come ad esempio gli impianti fotovoltaici con accumulo. 

Quello che forse ancora non sai è che il Decreto Rilancio ha introdotto la possibilità della cessione del credito non solo per gli interventi previsti dal Superbonus 110%, ma anche per altre tipologie di lavori che prevedono altre aliquote di detrazione fiscale (50%, 65%, 90% a seconda del tipo di intervento):

  • ristrutturazione edilizia (rientranti nel cosiddetto "Bonus Casa");
  • riqualificazione energetica (rientranti nell’Ecobonus)
  • antisismici (rientranti nel Sismabonus);
  • recupero o restauro delle facciate degli edifici (bonus facciate);
  • impianti fotovoltaici anche con accumulo;
  • colonnine di ricarica per veicoli elettrici.

Detrazione in dichiarazione dei redditi

La prima opzione è lo sfruttamento diretto della detrazione fiscale: ciò significa che l'importo speso per i lavori va diviso in tante quote quante sono le annualità previste dalla detrazione (nel caso del Superbonus, 5 anni) e ogni anno posso sottrarre dalla mia imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) la quota annuale.

È questa l’opzione da prendere in considerazione come prima, dal momento che consente di fruire del bonus in tutto il suo ammontare. Nel caso del 110%, ciò significa che posso addirittura rientrare del 10% in più rispetto a quanto speso! Ad esempio: se devo affrontare una spesa totale di 10.000 euro, posso detrarre dalle mie tasse 11.000 euro in 5 anni. Ogni anno, per 5 anni, potrò avere una riduzione delle mie imposte pari a 2.200 euro.

Vantaggi

Il fatto di poter usufruire in toto del bonus è già di per sé un bel vantaggio. Inoltre, questa opzione non prevede il coinvolgimento di parti terze a cui cedere il credito (istituti bancari o fornitori).

Svantaggi

Lo svantaggio è che presuppone di essere “fiscalmente capienti”, cioè avere imposte Irpef da versare pari o superiori alla quota annuale prevista (nell’esempio di cui sopra, almeno 2.200 euro). Qualora invece l’importo delle imposte fosse inferiore alla quota annuale, la soluzione migliore sarebbe quella di scegliere una delle altre due opzioni. Tieni sempre presente infatti che, se non hai sufficienti tasse da pagare, non è possibile accumulare parte della quota di detrazione spettante per l'anno successivo.

Lo sconto in fattura

Lo sconto in fattura è un'opzione praticabile solamente se il fornitore è disponibile a concederlo. È una scelta a totale discrezione dell'impresa che realizza i lavori oggetto di detrazione. In questo caso, potrai non pagare o pagare solo una parte dell'intervento a fronte dello sconto che il fornitore ti applicherà direttamente in fattura e della cessione allo stesso del tuo credito fiscale. Il fornitore potrà usufruire direttamente del credito fiscale ceduto, scaricandolo dalle proprie tasse, oppure trasferirlo a sua volta ad altri soggetti (suoi fornitori, banche o intermediari finanziari).

Per capirci, riprendendo in esame il nostro esempio: se la tua spesa è di 10.000 euro e dà diritto a una detrazione di 11.000 euro, il fornitore potrà applicarti uno sconto fino a 10.000 euro in cambio della cessione di 11.000€. In questo caso non dovrai pagare nulla, ma non potrai recuperare i 1.000 euro di detrazione aggiuntiva, come avverrebbe nel caso di detrazione diretta.

Cessione del credito di imposta

La terza soluzione prevede la possibilità di pagare gli interventi che danno diritto alla detrazione e cedere il credito di imposta ad altri soggetti, come istituti di credito e intermediari finanziari, i quali potranno detrarlo direttamente dalle proprie tasse (con lo stesso numero di rate previste dalla detrazione originaria) oppure cederlo a loro volta.

La cessione può essere effettuata non solo a lavori ultimati, ma anche a stato di avanzamento lavori (SAL), che non possono essere più di due per ogni intervento. Inoltre il primo stato di avanzamento deve riferirsi almeno al 30% delle spese dell’intervento, mentre il secondo almeno al 60%.

È possibile anche effettuare la cessione solo per alcune rate. Puoi scegliere, ad esempio, di detrarre in dichiarazione dei redditi le prime due rate e cedere soltanto le tre rate residue.

Come si effettua in modo corretto la cessione di credito?

Dopo aver accordato la cessione del credito con il beneficiario, è necessario fare la rispettiva comunicazione per via telematica sul sito dell’Agenzia delle Entrate (puoi farlo direttamente oppure attraverso il CAF o professionisti abilitati a farlo, come i commercialisti, i consulenti del lavoro ecc.): devi collegarti al sito dell’Agenzia delle Entrate (https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/area-riservata), accedere utilizzando le tue credenziali o lo Spid e seguire le istruzioni per la cessione. La comunicazione deve essere fatta entro il 16 marzo dell’anno successivo a quello in cui sono state sostenute le spese che danno diritto alla detrazione ceduta (per le spese sostenute nel 2020, il termine è stato prorogato al 30 marzo). Entro 5 giorni dalla comunicazione, verrà inviata una ricevuta di accettazione o di scarto della richiesta.  Entro il 5 del mese successivo alla comunicazione, puoi decidere di annullare o sostituire la comunicazione.

Adempimenti esclusivi per la cessione del Superbonus 110%

Esclusivamente per la cessione del Superbonus al 110%, oltre agli adempimenti normali, è necessario ottenere il visto di conformità da un CAF o da un professionista abilitato (commercialista, ad esempio). Il visto deve accertare la sussistenza dei presupposti che danno diritto alla detrazione e l'avvenuta trasmissione dell'asseverazione tecnica sui lavori all'ENEA (https://detrazionifiscali.enea.it/superecobonus.asp).

Verso chi posso disporre la cessione di credito?

La cessione può essere disposta nei confronti di:

  • fornitori di beni e servizi necessari alla realizzazione degli interventi;
  • altri soggetti (persone fisiche, anche esercenti attività di lavoro autonomo o d’impresa, società ed enti);
  • istituti di credito e intermediari finanziari.

In queste righe abbiamo cercato di spiegarti come funziona la cessione del credito. Ad ogni modo, la cosa migliore da fare in questi casi è affidarsi a un commercialista esperto.

Inoltre, dal momento che sia Enea che l’Agenzia delle Entrate faranno controlli per verificare l’effettiva sussistenza delle condizioni necessarie per usufruire delle detrazioni, è fondamentale rivolgersi ad aziende in grado di distinguersi non solo per la professionalità e abilità nell’esecuzione degli interventi, ma anche nella gestione delle pratiche.

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